La cheratosi attinica è il precursore più comune del carcinoma cutaneo a cellule squamose, un tumore maligno della pelle.
Nella maggior parte dei casi le lesioni tipiche della cheratosi attinica non progrediscono nel tempo o addirittura regrediscono; una piccola percentuale di queste, però, può evolvere in tumore. Si stima che ciò avvenga nel 0,5-16% dei casi all’anno, ed è impossibile predire quali lesioni e quando subiranno questo processo. Ecco perché è fondamentale diagnosticare, trattare e monitorare nel tempo la cheratosi attinica.
Le lesioni tipiche della cheratosi attinica sono la manifestazione di un danno cellulare indotto dai raggi UV a carico dei cheratinociti, cioè le cellule dell’epidermide deputate alla produzione di cheratina, il pigmento della pelle. Tale danno si traduce in anomalie della cheratinizzazione e dell’aspetto stesso delle cellule, facilmente individuabili grazie a strumenti moderni e ampiamente diffusi quali il dermatoscopio.
Nelle cellule che manifestano alterazioni, il ciclo cellulare risulta compromesso. Il ciclo cellulare è quella successione di eventi che regola formazione, svolgimento delle attività, replicazione e morte programmata di ogni cellula. È importante infatti che proliferazione e morte delle cellule siano equilibrate, per assicurare un ricambio cellulare che sostituisca con cellule nuove ed efficienti quelle “vecchie”.
Quando le cellule anomale cominciano a proliferare in maniera incontrollata e smettono di rispondere ai meccanismi che ne provocherebbero la morte, si parla di tumore invasivo; in questo caso specifico, di carcinoma cutaneo a cellule squamose.